I martiri dell'11 FEBBRAIO 1944

I MARTIRI DELL’11 FEBBRAIO 1944

 

11-febbraio 44

 

L’11 febbraio del 1944 San Maurizio Canavese visse uno dei giorni più drammatici del periodo della lotta di Liberazione.

I fascisti repubblicani giunsero da Torino in gran numero, al comando, addirittura, del federale Giuseppe Solaro, intenzionati a compiere una rappresaglia in seguito a un attentato partigiano ai danni di due esponenti del risorto partito fascista, fortemente sospettati di delazione.

Dopo aver circondato il paese, sistemato mitragliatrici e posti di blocco, iniziarono il rastrellamento, secondo precise indicazioni, segno che qualcuno li aveva informati bene, e arrestarono diversi uomini con l’accusa di favoreggiamento verso i partigiani.

Alcuni, come il prof. Carlo Angela, noto per la sua lontana militanza antifascista e l’infermiere Sante Simionato, furono fortunatamente rimessi in libertà, mentre gli altri prigionieri vennero portati presso il municipio, interrogati, minacciati di morte e picchiati.

 

Nel frattempo i fascisti di Solaro fecero uscire sia gli operai dalle fabbriche, sia la gente dalle case e, sotto la minaccia delle armi, li costrinsero a partecipare al funerale della segretaria del fascio femminile, uccisa due giorni prima nell’attentato.

Verso le 12,30 il corteo funebre transitò davanti al Municipio e tutti videro, con terrore, i condannati in attesa della fucilazione.

Poco dopo, mentre il feretro dell’uccisa proseguiva per il cimitero, una scarica uccise Guido Berta, gestore del Caffè della Stazione, Carlo Savarro, il segretario comunale e Giovanni Zoldan, il postino del paese. I “repubblichini”, fieri di aver ammazzato come cani “tre traditori della Patria”, abbandonarono il paese sgomento cantando “Giovinezza”.

Fu un crimine terribile, perpetrato contro tre persone estranee ai fatti e, dunque, innocenti.

Netta Corio e Don Osella caricarono uno alla volta i corpi delle vittime sulla “galiota” – il carretto ora esposto presso "Le PERSON dij PARTIGIAN" - e li portarono alla Chiesa Vecchia del cimitero.

I nomi dei tre “Martiri della Libertà” sono scolpiti su una lapide posta nella piazza del Municipio a loro dedicata.

(fb)